CAVE DI CUSA       

 


Orario visite: tutti i giorni dalle ore 8,30 alle ore 20,00 
Ingresso gratuito

 

 

 

       
  La grande area delle Cave di Cusa sorge a 13 km circa a nord-ovest di Selinunte, nel territorio di Campobello di Mazara, su un pianoro vicino la costa.

Le cave furono utilizzate per l’estrazione del materiale per la costruzione dei templi di Selinunte. 

Sono costituite da un grosso banco di calcarenite, lungo circa 2 km, con un andamento est-ovest, parallelo alla linea di costa.

     
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La loro grande estensione testimonia l’importanza del sito, dovuta anche alla presenza di differenti vene del banco calcarenitico, che poteva essere utilizzato per scopi diversi.

          

 

 

    Grazie alla documentazione archeologica è stato possibile ricostruire le varie operazioni di cava: secondo le varie necessità, veniva praticata sul piano orizzontale del banco una trincea circolare, ampia lo spazio necessario (circa 50 cm) per consentire allo scalpellino poi di procedere fino alla quota necessaria. Venivano quindi inseriti cunei sul piano inferiore, e veniva provocato il distacco del blocco. Successivamente, con l’aiuto di leve, il blocco veniva sollevato e, rotolando, trasportato nel luogo in cui veniva realizzata una prima sbozzatura. Alla fine si procedeva con il trasporto che avveniva generalmente con carri trainati da buoi.


Procedimenti estrattivi:

              

           Chi visita i templi di Selinunte resta ammirato dalla magnificenza delle costruzioni , e viene spontaneo domandarsi da dove provengono gli enormi blocchi di pietra serviti per erigere tali edifici. I blocchi provengono da cave che gli antichi selinuntini chiamavano latomie. La più famose sono quelle che gli arabi chiamavano ramuxara e a noi note come Cave di Cusa ( dal nome del proprietario dei fondi in cui si trovano le cave in questione.).

             Sono ubicate a circa tre chilometri dall'abitato di Campobello di Mazara. Attualmente recandosi sui luoghi si ha l'impressione che il cantiere sia ancora in efficienza e che i lavori sospesi nel 409 A.C. debbano riprendere da un momento all'altro.

             Un angolo di tempo rimasto fermo per restituirci memoria di chi eravamo. Queste sono le Cave di Cusa, testimonianza dell'ardimento della tecnologia dell'uomo, ma anche dei suoi limiti terreni, di fronte al fato e alla necessità storica che cancella grandi civiltà per farne rinascere altre.

 

 

       

.           L'odierno nome delle Cave fa riferimento ad un ex proprietario dell'area interessata, il Barone Cusa, mentre nel XVI secolo, quando vennero riscoperte le Cave, esse erano conosciute sotto il nome arabo di RAMUXARA. Ma le Cave di Cusa non sono le sole, dalle quali i Selinuntini ricavano la pietra per la loro immensa attività edile. Ve ne sono nelle immediate vicinanze della città, ed altre più distanti, che desideriamo qui menzionare . Le prime, di dimensioni piuttosto modeste, si trovano negli immediati dintorni, sui pendii di Manuzza. Appena 4 Km più a nord seguono, presso il vecchio e disabitato podere Baglio Cusa, le "Cave di Barone", situate in un basso banco roccioso, con percorso est/ovest. Le più lontane dalla città sono quelle di Misilbesi presso Menfi, che a motivo dell'alta qualità della loro pietra non sono state sfruttate per il materiale edile corrente, bensì quasi esclusivamente per opere di scultura, come quelle che ornano i templi. 

                      Corrispondentemente alla formazione geologica della regione costiera di Selinunte, in tutte le cave si trova una roccia calcarenitica, che però, da cava a cava, si distingue nella qualità. Da questo particolare é possibile determinare in generale la provenienza della pietra impiegata negli edifici di Selinunte. Il materiale migliore proviene dalle Cava di Cusa. Si tratta di una calcarenite omogenea a grana media e di grande compattezza. Per tale peculiarità é stata volutamente utilizzata per le strutture portanti dei maggiori templi della città , i templi G, C ed F . Il materiale delle cave di Barone, invece si trova nei templi D, A ed anche nel tempio E, mentre nel santuario della Malophoros riscontriamo l'intero spettro della pietra presente nella zona tra l'Acropoli e le cave di Barone.

                  Questa zona dovette servire anche come cava, sebbene qui non sia stato ancora possibile individuare tracce di estrazione.Per la costruzione dei grandi edifici della città sono state di importanza determinante solo le Cave di Cusa e quelle di Barone. Ma tra queste il primo posto spetta alle Cave di Cusa, non solo per la qualità, ma anche per la quantità della pietra estratta: 150.000 metri cubi  rispetto ai 54.000 metri cubi delle cave di Barone. Ma la loro importanza non si esaurisce qui. Infatti, che fossero molto apprezzate anche altrove lo si deduce dal fatto particolare che furono abbandonate quando il lavoro era ancora in pieno svolgimento, cosa accertabile in loco dai numerosi rocchi di colonne e da altri pezzi lasciati lì più o meno lavorati. 

                 E' anche importante poter dire, sulla base dell'utilizzo in diversi edifici di Selinunte  della pietra proveniente da questa zona di estrazione, quanto a lungo essa sia stata sfruttata. Si tratta di più di 150 anni: dalla prima metà del VI° secolo, in cui sull'Acropoli é stato eretto il tempio C, fino alla fine del V° secolo A.C., quando sono stati interrotti i lavori al tempio G, contemporaneamente a quelli di estrazione nelle Cave.Possiamo dire " contemporaneamente", in quanto i pezzi di imponenti misure, ricavati dalle Cave di Cusa, a causa delle loro dimensioni potevano essere destinati unicamente al tempio G. Poter stabilire che erano destinati ad un edificio da noi conosciuto, costituisce un altro dato essenziale per la valutazione delle Cave.

 

 

                            Dopo la distruzione per mano dei Cartaginesi, Selinunte, che nel V° secolo era una delle città più ricche della Sicilia, economicamente non fu più in grado di portare a termine un obiettivo così grande e costoso, quale la costruzione del tempio G. Esso é rimasto incompiuto nei secoli, né venne ripreso il lavoro nelle Cave, fatta eccezione per la successiva rielaborazione di alcuni tamburi e di altri pezzi, appena iniziata e subito abbandonata. Tutto ciò ha conferito alle Cave di Cusa una posizione unica tra le cave antiche,  fino alla scoperta delle cave di marmo di Mileto, per cui ancora pochi anni fa la letteratura le indicava a ragione come " un complesso unico al mondo". Per proteggere l'area delle Cave di Cusa da arbitrarie distruzioni, già da qualche tempo é stato dato inizio alla trasformazione della zona in parco archeologico.

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Giancarlo Bernabei (Foto-Webmaster)